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Arte e Caos

Nel disordine si crea e si forma l’ordine stesso delle cose

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Benvenuti miei carissimi lettori e lettrici di Dreaming of Art volgerò il mio pensiero settimanale all’Arte e al Caos.

La teoria del caos afferma che l’ordine del cosmo deriva originariamente dal disordine.

Non si tratta, però, di un disordine deregolamentato.

Al contrario, esiste un’organizzazione propria al caos, che permette al disordine di produrre degli schemi regolari che si ripetono nell’Universo.

Ma allora il disordine è ordine !?

Nel disordine si crea e si forma l’ordine stesso delle cose.

Esiste  una generazione di artisti che hanno fatto del disordine la loro arma, l’avanguardia americana 1945-1980.

Gli interpreti di questo pensiero erano artisti come Pollock e un importante numero di artisti europei quali Tanguy, Duchamp e Mondrian; quella dell’avanguardia americana era una volontà di “cancellare ogni possibile elemento pittorico”, tentativo che ricalcava il disordine culturale nel quale era caduta l’Europa con l’avvento delle due guerre.

Nell’action painting la pittura diventava espressione di una crisi totale, dove la vittima designata era la stessa arte figurativa.

Ogni forma umana era stata proibita, così come gli oggetti, le loro ombre e ancor più i loro fantasmi, restava solo  il gesto significante, il movimento dell’uomo verso e nel disordine.

"Jack the Dripper" così fu soprannominato, dal Time nel 1956 Pollock, fu uno dei maggiori esponenti dell’espressionismo astratto e sviluppò quella che venne in seguito definita la tecnica del "dripping" (sgocciolatura), per dipingere usava pennelli induriti, bastoncini o anche siringhe da cucina.

Questa tecnica è considerata una delle basi del movimento dell'action painting, in questo modo ci si distaccò completamente dall'arte figurativa tradizionale,  utilizzando non solo il gesto artistico della sola mano; Pollock per dipingere usava tutto il suo corpo.

E’ la pittura di Pollock un processo caotico?

Diciamo che con lui, negli anni ’60, la teoria del caos ha avuto largo successo.

Aspetto fondamentale è il suo approccio alla tela, il suo muoversi intorno e  lungo la tela, usando tutto il corpo e  tracciando attraverso le sue tele una speciale distribuzione di movimenti, ben studiata.

Altro aspetto rivoluzionario è legato alla tecnica del dripping.

In particolare Pollock studia meticolosamente il problema di come le piccole perturbazioni, oscillazioni e movimenti di un liquido non-caotico possano, nella caduta, generare un flusso caotico, diventandone un maestro.

Lui descrisse la Natura direttamente, senza filtri  così come essa a noi si propone: adottò il linguaggio del corpo, sfrutto lo spazio e la gravità per costruire i suoi quadri.

« Non dipingo sul cavalletto. Preferisco fissare le tele sul muro o sul pavimento. Ho bisogno dell'opposizione che mi dà una superficie dura.

Sul pavimento mi trovo più a mio agio.

Mi sento più vicino al dipinto,quasi come fossi parte di lui, perché in questo modo posso camminarci attorno, lavorarci da tutti e quattro i lati ed essereletteralmente "dentro" al dipinto. 

Questo modo di procedere è simile a quello dei"Sand painters" Indiani dell'ovest.» (Jackson Pollock)

Vi aspetto a giovedì prossimo con una nuova emozione di Dreaming of Art .

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