Benvenuti miei carissimi lettori e lettrici di Dreaming of Art,
questa settimana vi parlerò della mia arte ed il suo legame con la chirurgia estetica.
L’artista usa l' Arte per esprimere la visione del proprio mondo; partendo dallo studio dei grandi classici greci, dell’armonia , del colore, dello spazio, realizzo un profilo personale che unisce l’arte antica, moderna e contemporanea , sfiorando pop art, grafica, street art e fumetto, creando uno stile unico e originale.
Le opere destinate ad interpretare il mondo della chirurgia estetica mantengono le caratteristiche fondamentali del mio linguaggio artistico :colori forti, sguardi e gesti seducenti, grandi dimensioni pittoriche.
Il fine è di focalizzare l’attenzione dello spettatore all’opera stessa, attraverso l’immediato contatto visivo poi, svelando ad occhi più attenti, messaggio nascosti.
La chirurgia estetica mi permette uno spunto creativo a tratti fantascientifico; attraverso essa esploro concetti psicologici e filosofici ed ,in particolar modo, quello della trasformazione, osservando le dinamiche del cambiamento del concetto di bellezza.
Da una parte, dunque, indago l’aspetto psicologico e filosofico che porta al cambiamento, la paura dell’uomo di invecchiare, del passare del tempo, della morte che non possiamo evitare, ma dall’altra denuncio l’esasperazione umana che ricerca nella chirurgia facili soluzioni a problemi di altra natura.
Non dobbiamo dimenticare che modificando l’aspetto esteriore del nostro corpo, può accadere di perdere il contatto con la propria individualità; la necessità di cambiare implica la perdita di una parte di se stessi; i segni , le rughe sono tratti di riconoscimento dei nostri profondi stati d’animo, segni del nostro percorso terreno.
Il momento chirurgico innesca un dualismo concreto tra “un prima e un dopo” una vera e propria frattura psicologica; lo stesso pensiero della “trasformazione” implica il passaggio da qualcosa a qualcos’altro.
Penso, spesso, che l’essere umano cerchi di poter sostituire il Divino, in un delirio, catastrofico, di onnipotenza!
Dimenticando che, ciò che è già stato costruito, è perfetto nella sua imperfezione; la vera strada verso la realizzazione non è quella che appare fuori da noi stessi, ma bensì ciò che è già dentro di noi.
Le mie figure “botox” paiono avere dimenticato questa verità, ma sono perfettamente coerenti al loro tempo storico, facendosi interpreti del cambiamento sociale della bellezza, trasformandosi in protagoniste ; le labbra sono grandi, rosse come le unghie, gli occhi incorniciati da lunghe ciglia finte, i capelli e le garze operatorie divengono abiti, che coprono e scoprono volti e corpi, utilizzano particolari iper – femminili fittizzi e finti , palesando la loro sicurezza , indossando maschere di perfezione apparente.
Sono donne forti ma, al contempo fragili; sanno scegliere la bellezza per se stesse, rivendicando la loro personalità, ma ben celano le proprie paure sotto “maschere senza segni”.
Donne vive e dinamiche, che usano i mezzi chirurgici per i loro fini esteriori, stereotipando il concetto di bellezza moderno e spesso trasformandosi in caricature.
In realtà sono vittime di se stesse e della loro ricerca di una bellezza eterna e apparente ed i loro strumenti di seduzione diventano : siringhe, bisturi, trucchi ed inganni.
Il colore, che le incornicia, ed è fondamentale del mio linguaggio artistico, si adatta a tale tema chirurgico; è forte, brillante, sfaccettato, diventa anch’esso protagonista dinamico, pur restando un punto fermo ,un simbolo della la vita , della positività e della fede.
La Bellezza contemporanea, che lo si voglia o meno, è cambiata, interpretando i messaggi del mondo circostante; le mie donne “botox”, esprimono chiaramente il desiderio umano di evolvere, anche rischiando la loro vita.
“Morii per la Bellezza, e non appena mi ebbero accomodata nella tomba un uomo morto per la Verità venne deposto nella stanza attigua. Mi chiese piano perché fossi morta. “Per la Bellezza”, gli risposi pronta. “Io per la Verità”, soggiunse lui. “Sono una cosa sola, siam fratelli.” (Emily Dickinson)
La chirurgia estetica è un potere straordinario , una materia delicata, una grande conquista, una scoperta del saper umano, che deve essere attuata con coscienza, non è un gioco, né tantomeno un placebo.
“Ho sognato la bellezza per lo più a occhi aperti. Ho sognato di diventare tanto bella da far voltare le persone che mi vedevano passare.” Diceva Marilyn Monroe!!!
La vera bellezza nasce dall’accettazione di noi stessi ed è sinonimo di conoscenza non solo di piacere esteriore; personalmente ritengo che la Bellezza è ,e rimane, questione più divina che umana ma, come Dostoevskij insegna “L’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più niente da fare al mondo! … La scienza stessa non resisterebbe un minuto senza la bellezza”.
Vi aspetto a giovedì prossimo con una nuova emozione di Dreaming of Art.