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Mariella Buono: Da Damasco a Palermo, "Bocca di Rosa" sarà un film!

La denuncia sociale della Buono, una scrittrice "fuori dal coro"!

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Oggi parleremo di Maria Buono, una "donna" che attraverso il suo libro Bocca di Rosa riesce a farci addentrare nelle fauci nel mondo confuso della "violenza" femminile...

Ma chi  è Mariella?

Una scrittrice Siciliana , nata a San Cataldo ( CL) Scrittrice , poetessa e Operatrice culturale. Molti i premi ricevuti in diversi Concorsi Letterari. Premio speciale per il racconto “ Profumo di Viole” Premio speciale per il racconto in vernacolo “Cori di zingara”. Premio speciale per il racconto Ficudinia di Sicilia”. Premio per il racconto “Vorrei essere bambina”. Menzione d’onore per il racconto “ Nel giardino dei liberi pensieri”. Premio per la poesia “ Scaramuscia” Premio per la poesia “Risveglio” Premio per la poesia “ N’ammuri Accussì” Premio per la poesia “A Cesarina” Premio per la poesia” Cori di mamma” Premio per la poesia “N’ammurata”. Premio per la poesia “Poviru Cristu”.

Premio per la poesia dedicata a” Giovanni Paolo II. (Poesia inserita in una antologia edizioni Ursini) III Edizione del premio “Vivarium”. “Il poeta closchard” poesia inserita in una antologia. (Edizioni Urini) Catanzaro III Edizione del premio “Vivarium” Premio per la poesia “Se avessi le ali” e inserita in una antologia nella prima edizione del Premio Alda Merini. (Edizioni ursini) Prima Edizione del premio “Alda Merini” La poesia “Arcobaleno” (Poesia inserita nella antologia edizioni Ursini). Premio “Vivarium” IV Edizione. 2012. “Buio nella notte” poesia inserita nella antologia in onore ad Alda Merini. Prima Edizione del premio “Alda Merini”. Ha scritto il libro “L’amore che non ti ho dato” nel 2010 pubblicato da Paruzzo editore , presentato anche alla NATO di Bruxelles.

Il romanzo Bocca di Rosa , pubblicato dalla casa editrice Edizioni Lussografica nel maggio del 2012, scrivendo la sceneggiatura del romanzo. Nel 2012 con il suo romanzo “ Ficudinia di Sicilia” ha portato in scena una commedia melodrammatica col gruppo teatrale di San Cataldo di cui fa parte. Nel 2014 ha organizzato il premio di poesie “ Paolo Borsellino”. Sostiene e fa parte di associazioni contro la violenza sulle donne. L'ultimo suo romanzo “ ABRAAM” sarà prossimamente pubblicato. Sta lavorando al musical “ Come amor non muore” tratto dal suo romanzo Abraam. I riconoscimenti ricevuti per le opere letterarie sono riportate sopra solo in parte. Impegnata nelle Associazioni Culturali a beneficio della collettività.

L'Intervista

Quando ti sei accostata per la prima volta al mondo della lettaratura?

All'età di sei anni, mentre la maestra spiegava, io scrivevo dei versi sul banco con un pennarello. La maestra vedendomi distratta si avvicinò e mi rimproverò, ma quando lesse la poesia , mi accarezzò e mi invitò a declamarla a fine anno scolastico.

Cosa ti spinge a continuare questo percorso?

L'amore per la cultura, quei versi scritti per gioco mi hanno accompagnato nel mio percorso culturale. Scrivere per me e' un'esigenza, perché ha un effetto catartico, mi trasporta nella dimensione dell'imaginazione, dove nessuno può togliere o aggiungere niente. Non ho mai permesso a nessuno di uccidere i miei sogni.

Qual è stato il tuo primo giocattolo da bambina e quale ricordo ti viene in mente?

Il mio primo giocattolo e' stato un telescopio, sono stata sin da piccola attratta dall'universo irraggiungibile , dal fascino del mistero e possedere un telescopio mi avvicinava a ciò che mi incuriosiva. Il pensiero che mi viene in mente ricordandolo , solo ora comprendo la relazione tra spazio e poeta. Da bambina, con il telescopio volevo scoprire un viaggio oltre il visibile solo per curiosità. Oggi sono attratta dall'esistenza dell'infinito per liberare la mia anima dal pensiero terreno e mi dà la possibilità di conoscere me stessa.

Qual è la prima parola che dici appena sveglia?

La prima cosa che dico : " Speriamo che oggi sia meglio di ieri". Amo la vita per quella che e', quando la natura e' matrigna con me, come diceva Leopardi, le rubo tutto ciò che di buono posso trovare.

Ringrazieresti qualcuno per il successo raggiunto?

Vorrei ringraziare il mio editore Salvatore Granata, ( Lussografica ). La sua disponibilità e professionalità ha permesso portare avanti con la pubblicazione del mio romanzo "Bocca di rosa", una causa che sostengo da anni, la violenza sulle donne.

Se tornassi indietro cosa non rifaresti?

La cosa che non farei " se potessi tornare indietro" , non fidarmi più di chi si presenta con un manto di pecora, invece e' un lupo.

Mamma e papà quanto hanno influito sulle tue scelte da adulta?

I miei genitori sono stati sempre di larghe vedute, erano felici del mio percorso letterario.

Qual è la tua città d'origine e cosa ricordi di lei?

La mia città di origine e' San Cataldo ( CL). E' un piccolo paese di 23 mila anime, a volte ci sto bene , altre no. La vorrei più madre, nel senso che dovrebbe proteggere chi cerca di migliorare la cultura della città. Ricordo con amore le strade della mia casa circondate in primavera di papaveri e fiori di campo, adesso occupate da tanti palazzi.

Un pensiero a .....

Alle mie splendide nipotine, Giulia, Sarah, Sofhia. " Che possono crescere nella libertà, nell'amore e nel rispetto , nel calore di una famiglia in questo mondo confuso.

Il tuo ultimo progetto?

Un nuovo romanzo " Abraam". Un romanzo tra storia e mito. Narro con la fantasia dello scrittore, di tensioni dell'anima che cercano di umanizzare quell'alone di sovrumana grandezza , che caratterizza la figura di Abraam nel suo dialogo con Dio. Nel romanzo aleggia una soffusa malinconia, che trova la sua massima sintesi nell'amore di Saray ( moglie del grande Abraam) per Rue, un giovane suonatore di flauto. Un amore apparentemente impossibile ma altrettanto indissolubile perché alimentato da una grande passione che non ha fine.

Il libro:

Manira, Bocca di Rosa

Sinossi

“ Manira, Bocca di Rosa” Narra la storia di Adeela, una bambina araba di sei anni , caratterizzata fin dalla nascita da un segno sulle labbra che la rende unica.Adeela era nata con un’escrescenza su tutte la quattro angolature delle minuscole labbra, ma la cosa che sorprendeva e la rendeva unica, era che, quando chiudeva le labbra, prendevano la forma di un bocciolo di rosa.

Le vere protagoniste sono due: La madre Manira e la figlia Adeela, ma sullo sfondo ergono figure non meno forti, dall’apparenza diverse ma in realtà appartenenti a due grandi categorie: I puri e i malvagi, l’eterna lotta tra il bene e il male. Manira è la voce di tutte quelle donne che ancora oggi vengono sacrificate sull’altare delle tradizioni, dell’ignoranza e della prepotenza. L’essere madre, moglie e donna mentre percorre un sentiero tortuoso di violenze fisiche, psicologiche è per lei come combattere i mulini al vento. Ma la forza di una madre va al di là della realtà, le sue lacrime versate per la figlia rapita diventano zaffiri pesati sulla bilancia dell’amore.

Il coraggio che Manira acquista dopo il rapimento della figlia Adeela e l’aborto del terzo figlio che portava in grembo , le fa aumentare il bisogno di lottare per il rispetto e la dignità della donna negato e violato dalla sua cultura obsoleta. Nella vita c’è chi ha potere e virtù. Manira non ha potere ma è l’emblema di una forza e di un amore che rende capaci di superare gli ostacoli più perigliosi, di raggiungere obiettivi più impossibili e irraggiungibili . Nel corso delle sue disperate vicissitudini conosce un sentimento a lei sconosciuto “ L’amore”.

L’amore inaspettato, nato per caso per il dott. Alberto Selleri, un medico in vacanza a Damasco e benefattore di Manira nel momento dell’ aborto, causato dal dolore del rapimento della figlia. Il dott. Selleri rimase folgorato dalla bellezza di Manira , ma fu colpito dalle ingiustizie e violenze subite dalla donna .L’onesto dottore si trovò coinvolto con organizzazioni criminali, con uomini dei servizi segreti corrotti, e quando il destino è pazzo scopre una verità terrificante di suo fratello Giovanni , uno stimato commercialista trapiantato a Palermo, dopo essersi sposato con Vita un’insegnate di lettere Palermitana.

Dietro la sua figura nonostante si definisse un uomo “ tutto casa e chiesa” Giovanni era conosciuto come un signorotto che amava circondarsi di conti, marchesi, prefetti e presidenti di corte d’appello, mentre nascondeva intrecci spregiudicati: traffico d’armi, finanza, potere e settarismo. Giovanni aveva sempre avuto la passione per il gioco d’azzardo e in una fase di crisi economica , puntò sul tavolo quello che non possedeva, cos’ la disperazione economica lo indusse a fare compromesso con persone della malavita organizzata. Così all’età di trenta tre anni Giovanni in una stalla fece il giuramento con “ Cosa Nostra”.

Un’organizzazione malavitosa che si esce solo con la morte. Il fanatismo al potere l’aveva trascinato in una selva oscura , agendo nell’ombra e nella falsità per subdoli scopi criminali, fino a commettere omicidi. Il potere di Giovanni Selleri cresceva grazie ai legami che strinse con alte personalità vicine al Vaticano, come vescovi, cardinali e alti prelati affiliati alla Massoneria. Giovanni nel corso degli anni si era amalgamato senza fatica con la malavita organizzata Siciliana e non solo, creò una rete politico- mafiosa intrisa di riti di sangue, di bugie e morte, di presunti codici d’onore, con ramificazioni internazionali.

La sua ascesa al crimine si elevò a macchia d’olio, nonostante si sentisse religioso e generoso nei confronti della chiesa. Conobbe l’amatissimo vescovo di Palermo che tramite il suo segretario fu a conoscenza di tanti traffici e misteri oscuri della classe ecclesiastica. Il dott Alberto Selleri scoprì l’agghiacciante verità tramite Cataldo, amico della cognata Vita, un Siciliano mafioso titolare di un negozio di onoranze funebri, che grazie a un suo informatore , escogitarono con Alberto e l’aiuto di Vita un piano per trovare Adeela . La rabbia di Vita non si placò , per avere vissuto da anni con uno sconosciuto criminale e la disperazione di volere sapere a tutti i costi la verità sul marito Giovanni , la conducono in situazioni che mettevano la sua vita in pericolo.

Adeela la bambina , è stata rapita da un’organizzazione criminale di Al-Qaeda ,caduta in una fitta ragnatela della pedofilia che mette d’accordo persone malvagie anche diverse per colore della pelle, religione, posizione sociale, ma uniti da scopi vili e favorita da un ambiente politico troppo spesso “contaminato” dalla stessa criminalità se non addirittura ben rappresentato attraverso mafiosi che vestono i panni di esponenti politici o uomini d’affari.

L’organizzazione internazionale tesse il suo traffico illecito che semina vittime innocenti, violenze, su chi è più debole , intersica legami anche con luoghi apparentemente sacri chiamati la casa di Dio, ma che in realtà nascondono verità orrende , praticando riti di sette illecite con sacrifici umani. La sola colpa di Adeela era quella di essere la figlia di Aasim un criminale terrorista kamikaze, fedele musulmano , ricercatore per lo Stato ma appartenente e sostenitore di Al- Qaeda. La piccola bambina araba fu violata nel corpo e nello spirito, ma il coraggio di sua madre l’avrebbe accompagnata nella vita , lottando affinché i diritti umani vengano rispettati e per dire al mondo intero che mai più avrebbe permesso che ciò accadesse a nessuna donna, nessuna bambina.

Un filo simbolico lega le pagine di questo romanzo, è il filo della speranza che si fa strada con un legame più forte della malvagità , è quel sentimento di amore, solidarietà e bontà, che unisce le persone oneste affinché il bene trionfi. Manira non scelse l’amore , aveva un compito arduo, una battaglia da portare avanti, consapevole dei rischi che doveva affrontare. Ritornò nel Medio Oriente nella sua città Damasco. Cominciò una nuova vita, la vita da lei sempre desiderata, quella della libertà. Libertà di esistere come persona senza essere violati i diritti fondamentali dell’essere umano. Coinvolse donne arabe oppresse dal potere maschile , organizzò manifestazioni contro la violenza sulle donne . Non la fermò neanche il periodo di carcerazione da parte dalle autorità arabe per incitamento alla ribellione contro il credo musulmano. Ebbe approvazioni popolari, ma dissensi politici e religiosi.

Manira rischiò la vita , ma il ricordo del dolore passato era più forte della paura . Mentre Manira era al centro della sua battaglia a Damasco, il Dottor Selleri tranquillamente operava a Roma nella sua associazione “Bocca di rosa”. Ma un giorno inaspettatamente la sua segretaria riceve una telefonata e la passa al dott. Selleri dicendo :” Opus Dei“ per lei dottore. “ Saalam, dott. Selleri”……..

Ringraziamo la scrittrice Mariella Buono e le diamo appuntamento sempre qui su Stelle di Giorno, per un'altra intervista, un'altra emozione!

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